A poco più di vent’anni, Martina Di Licosa ha già lasciato il segno in alcune delle più grandi realtà dei media globali: Disney, Paramount, NBCUniversal, Fox News e Forbes. Giornalista formata alla Columbia University e regista diplomata alla Tisch School of the Arts della NYU, unisce la sensibilità creativa di una storyteller alla mente analitica di una strategist, parlando con naturalezza la lingua del pubblico contemporaneo.
“Sono sempre stata affascinata da ciò che cattura l’attenzione delle persone online”, racconta. “Che si tratti di una clip da novanta secondi o di un documentario di due ore, bisogna capire cosa colpisce davvero, e perché”.
Questo istinto l’ha portata a muoversi con disinvoltura tra mondi molto diversi: dalla frenesia creativa di Saturday Night Live alle strategie di lungo periodo di The Walt Disney Company. Ma dietro un percorso così variegato c’è un filo conduttore: la connessione umana.
La sua carriera è iniziata a NBC News Dateline, dove ha esplorato la psicologia del racconto true crime. “Dateline ha un modo quasi cinematografico di costruire fiducia con il pubblico”, spiega. “Ogni dettaglio, dalle immagini al tono della voce narrante, serve a rafforzare la credibilità”. Lì ha imparato che la suspense non nasce dal mistero in sé, ma dal ritmo: “bisogna dare al pubblico la sensazione di partecipare attivamente al racconto”.
Poi è arrivato Saturday Night Live. “È un caos organizzato”, scherza. “Ogni settimana si scrivono quaranta sketch, ma solo dieci vanno in onda. La sfida è capire quale farà ridere milioni di persone allo stesso momento”.

Dietro quella comicità apparentemente spontanea, ha scoperto una struttura precisa: “A volte bastava una virgola per cambiare il ritmo di una battuta. È come il jazz: spontaneo, ma perfettamente orchestrato”.
All’inizio del 2024 entra in National Geographic, nel team di Programming and Content Strategy di The Walt Disney Company. Qui si confronta con un’altra forma di intrattenimento: quella che deve durare nel tempo. “Disney è una lezione continua sulla fedeltà del pubblico”, dice. “Pensano a lungo termine, non solo agli ascolti ma alle emozioni”. Incaricata di affrontare il calo di ascolti e il problema della fidelizzazione tra gli abbonati di Disney+ e Hulu, ha ideato strategie basate sui dati per trasformare i cosiddetti “service hoppers” — utenti che si abbonano e poi cancellano — in spettatori abituali. “Ho studiato i dati come studiavo le battute a SNL: qual è il momento che fa restare le persone?”
Prima di approdare in Disney, aveva già affinato il suo sguardo globale alla Paramount e agli International Emmy Awards. “Il montaggio musicale per CBS Sports mi ha insegnato che il suono è branding”, racconta. “Ogni rete ha il proprio battito cardiaco.” Agli Emmy, invece, ha osservato come il linguaggio narrativo cambia da paese a paese: “L’umorismo non sempre si traduce, ma l’emozione sì. Quella è universale”.
Oggi, come reporter di Forbes, Di Licosa applica tutto ciò al giornalismo economico. Le sue cover story — dal fondatore miliardario di Databricks Ion Stoica all’imprenditore ucraino Anton Pavlovsky — uniscono rigore e ritmo narrativo. “Affronto ogni articolo come fosse una scena”, spiega. “Chi sono i protagonisti? Qual è il conflitto? Perché dovrebbero interessare al lettore?”
Le versioni video dei suoi articoli hanno superato il mezzo milione di visualizzazioni, e le sue inchieste sono state riprese da testate come People, Cosmopolitan e Business Insider. Nel 2025 ha ricevuto il Peter Keller Prize, assegnato dalla famiglia del compianto direttore del Wall Street Journal, per le sue doti editoriali straordinarie.
Quando le si chiede un consiglio per chi sogna una carriera nei media, risponde senza esitazione: “Sperimentate presto e non chiudetevi in una sola direzione. Io sono passata dalla comicità al crime, dalla consulenza al giornalismo economico, e ogni salto mi ha insegnato qualcosa di nuovo sul pubblico”.
E poi aggiunge: “Non inseguite le tendenze. Capite perché qualcosa diventa una tendenza. È lì che si vede la differenza tra chi crea e chi rincorre”.
Per Di Licosa, dominare il mondo dei media non significa conoscere piattaforme o algoritmi, ma coltivare empatia. “I migliori strategist sono, prima di tutto, ottimi ascoltatori”, dice. “Se riesci a far sentire le persone viste — che ridano, imparino o si ispirino — hai già vinto”.
In pochi anni, Martina Di Licosa ha attraversato quasi ogni angolo dell’universo mediatico, lasciando un’impronta ovunque. È una professionista capace di scrivere, analizzare, montare e progettare con la stessa naturalezza. E il suo viaggio, a quanto pare, è appena cominciato.