Made in Italy da tre punti! Il Detroiter fa il suo debutto sul parquet dell’NBA

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Sabato 12 aprile, Detroit ha parlato italiano. Nella cornice scintillante della Little Caesars Arena, casa dei Pistons, oltre 250 italiani si sono riuniti per celebrare il Made in Italy Day , un evento capace di unire sport, cultura e spirito di comunità nel segno dell’eccellenza italiana.

L’occasione era l’ultima partita di regular season dei Detroit Pistons, tornati finalmente ai playoff dopo sei anni. Ma sugli spalti, e sul parquet, c’era un’altra partita in corso: quella di un’Italia che, anche lontano da casa, sa farsi sentire. Sul campo NBA, infatti, si è disputato un minitorneo speciale che ha visto protagonisti cinquanta rappresentanti della comunità italiana locale, tra imprenditori, manager, professionisti e membri delle istituzioni. Un momento simbolico, ma anche concreto, di coesione e orgoglio condiviso.

Punto centrale della giornata, però, è stato il lancio di un nuovo progetto editoriale: Il Detroiter, il giornale nato per dare voce alla comunità italiana del Michigan, facente parte del gruppo editoriale Il Newyorkese di Davide Ippolito, il più ampio gruppo editoriale italiano su suolo Usa. Il primo numero, presentato ufficialmente durante l’evento, ha scelto come volto di copertina Simone Fontecchio, ala dei Pistons e della Nazionale italiana, simbolo di una generazione di talenti che stanno portando l’Italia in alto anche fuori dai confini. Fontecchio, protagonista anche sul parquet, ha voluto incontrare i connazionali a fine partita, incarnando quel legame speciale tra sport, appartenenza e rappresentanza culturale.

A promuovere l’evento, il Consolato d’Italia a Detroit, con la guida della console Allegra Baistrocchi, insieme alla Società Dante Alighieri del Michigan, presieduta da Lia Adelfi. Accanto a loro, il e l’Italia America Summit Cup, fondata da Emanuele Scamardella, che da anni lavora per costruire ponti tra la cultura italiana e il mondo nordamericano.

“Il Made in Italy è il nostro biglietto da visita, un marchio di qualità, creatività, capacità di coniugare tradizione e innovazione”, ha dichiarato la Console Baistrocchi. “Ma è anche il riflesso di una cultura che mette al centro il lavoro ben fatto, il valore del sapere e il legame con il territorio. A Detroit, dove l’Italia ha lasciato e continua a lasciare un’impronta concreta, questa giornata assume un valore ancora più forte.”

Un valore amplificato dal contesto: quello di una città simbolo del lavoro industriale, della rinascita urbana e della multiculturalità, dove la presenza italiana contribuisce da decenni al tessuto economico e culturale. E quando il tricolore sventola in un’arena NBA, con un campione italiano attorno a cui si stringe una comunità, diventa chiaro che il Made in Italy non è solo un’etichetta, ma un modo di stare al mondo. Anche lontano da casa.

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