Dentista specializzato in trattamento e cura dei denti per le donne • Anche il sorriso è un made in Italy da esportare in USA

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Marco Chiellini è un dentista ed imprenditore operante su Torino, divenuto famoso in tutta Italia per essersi specializzato nell’estetica dentale e, soprattutto, nel sorriso femminile. Durante gli anni della pandemia è riuscito non solo a rimanere a galla, ma addirittura a far crescere il proprio studio, divenendo un caso di studio unico nel suo settore. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare i segreti del suo successo e per chiedere quali progetti bollono in pentola.

Buongiorno Dottor Chiellini. Partiamo dal suo lavoro: lei è un’odontoiatra specializzato soprattutto nella cosmetica dentale, un ruolo insolito nel panorama italiano. Ci parli un po’ della sua professione!

Quello che posso dire è che sono un dentista estetico o anche detto cosmetico. Questo tipo di odontoiatria è nata negli Stati Uniti, vicino al mondo di Hollywood e delle star. Ho provato a rivedere questo approccio in chiave più europea, più dedicata, quasi artistica. Così mi occupo soprattutto di sorrisi femminili: da me non vengono pazienti che hanno un dolore fisico, ma psicologico, e doniamo l’estetica dentale che cercano. È un tipo di difetto che le donne soffrono più degli uomini: spesso mi raccontano di quanto non sorridano mai e si facciano fotografare solo a bocca chiusa perché si vergognano del proprio sorriso.

Ha parlato di un approccio quasi artistico. Cosa intende?

L’artisticità di cui parlavo si apprezza nella nostra capacità, come studio odontoiatrico, di donare ai nostri pazienti un sorriso sempre nuovo e diverso: predeterminiamo la forma più adatta dei denti rispetto alle caratteristiche del viso sul quale dobbiamo lavorare, rendendo ogni risultato unico. I denti, poi, possono avere forme diverse: ad esempio, ci sono molte donne con denti tondi che risentono della propria immagine percepita sempre morbida, poco incisiva, chiedendoci un sorriso più spigoloso con dei denti triangolari, così da trasmettere un’immagine più aggressiva, affermata.

Il suo è un modello di business che strizza l’occhio all’America, con grande attenzione verso il cliente e quello che desidera, coccolandolo.

L’odontoiatria italiana deve fare un grosso passo in avanti. Qui l’odontoiatra è vista solo come la persona dalla quale ti rechi quando hai mal di denti. Io non vedo mai nessuno col mal di denti. Può capitare un’urgenza, ma nella stragrande maggioranza dei casi il mio lavoro è programmato. Per questo ho pensato lo studio come un’ambiente rilassante, con musica di sottofondo, candele profumate. Molte pazienti entrano da me chiedendo se è uno studio dentistico. Simuliamo quasi un centro estetico.

È entrato in conflitto con alcuni colleghi per via del suo approccio sui generis rispetto all’idea di odontoiatria italiana?

Certo. Il dentista medio pensa che lavori in overtreatment, perché crede che il paziente non ne abbia davvero bisogno dal punto di vista medico – e su questo non c’è nessun dubbio. Ma questo non significa che io crei danni ai miei pazienti, anzi. Il problema è che qui si ragiona come negli anni Sessanta, l’odontoiatria è ferma, come tutto qui in Italia. Basta passare il confine con la Svizzera per rendersene conto. Ma qui non ce ne rendiamo conto, perché ‘si è sempre fatto così’. Ed i miei pazienti ci adorano, ci amano, ci ringraziano ogni giorno.

Parliamo del suo progetto “La Forza del Sorriso”, con il quale si è prefissato l’ambizioso obiettivo di portare un’equipe in Africa per curare i denti delle persone. Ha anche incontrato personalmente Papa Francesco, donando una targhetta per sugellare questa sua missione. Come procede?

Purtroppo, siamo stati molto impegnati in questi mesi e non ho potuto approfondire la questione quanto avrei voluto, ma per queste vacanze di Natale partiremo con una raccolta fondi anche grazie ai nostri pazienti. La mia promessa resta, come resta anche la promessa di donare personalmente il doppio di quanto raccolto grazie a questa campagna. Dopodiché ci cimenteremo nel fulcro del lavoro.

Altri progetti futuri? So che c’è qualcosa in ballo anche con Zwan.

Sì, con Zwan andremo a fine anno negli Stati Uniti, a Beverly Hills dove, su mia idea, creeremo una collaborazione con un grosso laboratorio dentistico di Hollywood, diventando il primo studio dentistico ad avere una partnership che ci garantirà di poter commissionare dei lavori dall’America, dove come dicevo all’inizio dell’intervista è nata questa pratica. Poi, ancora più importante, vorrei creare un progetto di experience, organizzando viaggio e soggiorno ai miei pazienti per permettergli di andare in questo laboratorio a seguire ed intervenire nella costruzione dei propri denti, parlando con gli esperti. E poi ci sarà ovviamente la possibilità di visitare la città e vivere l’America. Mi piacerebbe porre le basi per quello che poi è il mio sogno, ovvero esportare il sorriso italiano negli Stati Uniti aprendo uno studio lì. Ma c’è tempo per arrivarci!

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