Cantine Ferrari è eleganza, eccellenza, territorio ma anche tanta innovazione. La continua ricerca della qualità e la cura per il dettaglio durante l’intero processo produttivo ha reso Ferrari la prima Casa italiana di bollicine Metodo Classico. Incontriamo Alessandro Lunelli, la terza generazione della famiglia Lunelli.
Cantine Ferrari è la storia di una grande realtà imprenditoriale italiana che ha posto nella qualità e nel legame con il territorio, le proprie fondamenta. Che cos’è la reputazione per il Gruppo Lunelli?
È fare quello che si dice, e fare cose di cui essere orgogliosi. La coerenza tra il nostro dichiarato e il nostro agito è alla base della nostra reputazione. Nei nostri valori poniamo al centro il legame con il territorio, in un senso di appartenenza ampio, la ricerca della qualità e l’arte di vivere italiana. Ebbene sono poi questi valori a guidare le nostre scelte. Per esempio, in questo anno difficile, il legame con il territorio ha significato sostenere tutto l’ecosistema economico che ruota intorno al Gruppo Lunelli, per non lasciare nessuno indietro.
Così come la qualità significa una costante cura per ogni singolo atto da parte di tutti noi: da chi lavora nel vigneto a chi si occupa delle cantine, perché citando Aristotele “l’eccellenza non è un atto ma un’abitudine”. Quindi la reputazione che ci viene riconosciuta è il frutto dell’adesione alla nostra identità, qualcosa che coltiviamo da generazioni. Solo così una reputazione è granitica.
Ferrari rafforza la sua presenza sul mercato internazionale e diventa ambasciatore dell’Arte di Vivere Italiana. L’italianità quanto conta nella reputazione internazionale?
Incide molto. Noi siamo orgogliosi di essere italiani e il nostro brand porta l’arte di vivere italiana nel mondo. La nostra filosofia è racchiusa in queste due semplici parole: “il bello e il buono”. Tutti i nostri prodotti si caratterizzano, oltre che per l’elevata qualità, anche per una spiccata attitudine alla ricerca della bellezza, intesa nel senso più ampio. Questo vuole dire cercare di creare prodotti esteticamente belli, gestire vigneti in armonia con l’ambiente, apprezzare l’arte e affiancarla al nostro agire, vivere quella vita tutta italiana che è sinonimo di buon gusto ed eleganza. Contenuto e forma.
Mi viene spontaneo portare ad esempio il Carapace delle Tenute Lunelli, progettato da Arnaldo Pomodoro in Umbria. Una struttura funzionale che è anche un’opera d’arte, uno scrigno del vino, realizzata con un approccio da bottega rinascimentale, che pone in comunicazione arte e natura, scultura e vino, in modo eccellente.
Cantine Ferrari sarà il brindisi della Formula 1 per le prossime tre stagioni, così come lo è stato ad Auckland alla vittoria di Luna Rossa alla PRADA Cup. Ferrari celebra le emozioni dello sport e gli eventi che esaltano l’eccellenza italiana, ma condividono con voi anche innovazione.
Sì, sono particolarmente orgoglioso della collaborazione nata tra Ferrari Trento e la Formula 1. Abbiamo sempre avuto un forte legame con il mondo dello sport, ma questa partnership porta su un palcoscenico internazionale i valori dell’arte di vivere italiana che Ferrari rappresenta. Credo che questa unione, basata sulla condivisione di valori quali la ricerca dell’eccellenza in ogni dettaglio, l’innovazione e la passione, sia un grande risultato per Ferrari Trento e anche per il nostro Paese in generale.
La Reputazione è un asset strategico per la competitività ed è legato anche alla responsabilità sociale. Qual è la vostra strategia in tema di sostenibilità?
Per un’azienda vitivinicola il legame con la terra è profondo e indissolubile. La sostenibilità è la sintesi di tale rispetto e cura del territorio, e per noi significa saper coniugare la qualità dell’uva con la salute della comunità e la tutela dell’ambiente. La direzione in cui Ferrari si muove prevede la scelta di fornitori certificati biologici o che aderiscono a un protocollo di “Viticoltura di montagna salubre e sostenibile”, così come sono certificate biologiche anche le aziende delle Tenute Lunelli, sia in Trentino, che in Toscana e in Umbria.
La pandemia ha messo in ginocchio il settore ristorazione e il turismo in generale. Come si reagisce alla pandemia?
Stiamo vivendo un periodo complicato, ma sono fiducioso che, con l’impegno e la determinazione, riusciremo ad affrontarlo nel modo giusto e recuperare i livelli precedenti all’anno della pandemia. Mi auguro che tutti reagiscano a questo periodo di difficoltà con un giusto spirito di iniziativa. Certamente di questa crisi dobbiamo cogliere anche il lato positivo.
Perché è stata anche un’opportunità: ci ha spinto a cambiare schemi, ci ha permesso di scoprire nuove opportunità, ci ha portato a provare nuove strategie. Le crisi sono sempre una sfida, ora sta a noi sapere mettere a frutto gli insegnamenti per migliorare le nostre vite, in tutti i campi.