“Reputazione a Rischio” più di una semplice première

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Ogni bella storia merita un’altrettanto bella première che la introduca ai suoi spettatori. Un’occasione per mettersi in tiro, incontrarsi e celebrare il duro lavoro che permette a un’idea di farsi contenuto e diventare fruibile. E se questo assunto è la base per tantissime occasioni mondane che – ceffoni a parte – allietano periodicamente il mondo della cinematografia e della TV, il team Zwan aveva, se possibile, motivazioni ancora più fondate per organizzare una première in quest’inizio di 2022.

L’anteprima nazionale che si è tenuta giovedì 3 marzo alla Casa del Cinema di Villa Borghese a Roma, infatti, non è stata semplicemente una “prima proiezione” per il docu-film Reputazione a Rischio. L’evento ha inaugurato anche una nuova piattaforma televisiva tematica, Business+, e ha così dato il La a tutti quei contenuti di approfondimento corporate ad alto valore che la popoleranno nei prossimi mesi.

Ma procediamo per ordine. C’è infatti innanzitutto da sottolineare l’attualità del tema portante dell’evento. Con il suo nuovo docu- film, infatti, Davide Ippolito ha voluto mostrare a tutti quanto oggi sia semplice costruire delle identità fasulle e darle in pasto non solo ai social network, ma anche ai media e alle fonti di informazione tradizionali. Il founder di Zwan ha deciso di raccontare il percorso di nascita e sviluppo di una clamorosa fake news che ha avuto come protagonista Terenzio Cugia di Sant’Orsola, un Top Manager, ex Lehman Brothers, “spacciato” per cantautore americano al lancio del suo primo album in Italia.

Come reso evidente in Reputazione a Rischio, oggi è sufficiente qualche piccolo escamotage per dare credibilità a personalità costruite sul nulla, assicurando a un uomo un totale “fresh start” e garantendogli le attenzioni della stampa di settore, ospitate in TV e in radio. Non solo però, perché al di là dell’espediente narrativo, il documentario ha illustrato al pubblico presente l’esistenza e l’impatto sui social e sul web di fenomeni come la cosiddetta “camera dell’eco” e altre distorsioni percettive che costituiscono un serio pericolo per la reputazione di persone e organizzazioni.

È perciò necessario imparare a conoscere gli algoritmi e le tecnologie come l’AI che regolano le reti sociali online, per poi riprendere in mano il bandolo della matassa della comunicazione, tornando a “condurre la conversazione” sugli argomenti di interesse per il proprio settore. “Il tema è decisivo – ha commentato il presentatore della première, Gennaro Ferrara di TV200 – dal punto di vista giornalistico, imprenditoriale e civico. Tutti siamo potenzialmente vittime ma anche carnefici di fake news. Imparare a leggere la realtà per quella che è e non per come ci appare o ci piace è un impegno che va affrontato da tutti, non demonizzando la Rete, ma facendo rete e unendo le competenze”. E non a caso, tra schermo e palco, sono intervenute voci autenticamente autorevoli sull’argomento.

Oltre al regista Davide Ippolito e a Joe Casini, co-fondatori di Zwan, hanno condiviso le loro conoscenze ed esperienze il manager protagonista, Terenzio Cugia, il giornalista Claudio Brachino, Giorgio Rutelli, direttore di formiche.net, Viola Bachini, autrice del libro Fake people. Storie di social bot e bugiardi digitali, Andrea Mazzaro, presidente Federprofessional, Matteo Fago, fondatore di Venere.com, Carmine Spatolisano, CEO di Telejnform e Mario Cardoni, direttore generale di Federmanager.

Forze sane dal mondo della cultura, del giornalismo, della rappresentanza e del business, unite nella fondamentale difesa della reputazione e dell’informazione nella nostra società. Anche e soprattutto per questo quella di Villa Borghese non è stata la solita frivola première. E Business+, la TV che in quella stessa occasione è stata inaugurata, saprà essere una TV all’altezza delle esigenze di infotainment, di intrattenimento utile e di grande valore, che tanti professionisti e imprenditori italiani percepiscono oggi.

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