Un documentario per conoscere la legge salva-suicidi

Bertollo (1)

Se le parole “subprime” e “Lehman Brothers” vi ricordano qualcosa che avete visto al banco frigo del vostro supermercato di fiducia, beh, buon per voi: probabilmente la Grande Recessione del 2008/2009 non vi ha quasi sfiorato. Se invece le stesse parole vi riportano alla mente quella spirale recessiva partita dallo scoppio della bolla immobiliare americana e proseguita con la crisi del debito degli Stati sovrani europei, allora sapete di cosa stiamo parlando. Lehman Brothers era infatti una società di servizi finanziari statunitense trovatasi al centro dello scoppio della bolla immobiliare del 2007 a seguito dello scandalo dei prestiti e mutui subprime, ovvero mutui che le banche – compresa la stessa Lehman Brothers – cominciarono a concedere già verso gli anni novanta a clienti non meritevoli di fiducia creditizia e culminati con l’insolvenza da parte di questi ultimi. Nel 2008, Lehman Brothers entrò in bancarotta innescando una grave crisi industriale con una forte contrazione della produzione e degli ordinativi. Nel 2009 si avviò la crisi economica nel resto del mondo occidentale, con pesanti recessioni e crolli vertiginosi del PIL in numerosi Paesi del mondo occidentale.

Anche l’Italia, come del resto gran parte dei Paesi europei meridionali, venne colpita duramente dalla crisi economica: la penosa crescita economica del decennio 2000-2010, l’alto livello di debito pubblico e la scarsa credibilità del sistema politico italiano indussero molti investitori a nutrire sfiducia verso la solvibilità italiana, provocando un deflusso di investimenti e capitali. Anche qui ci fu un pesantissimo crollo del settore industriale, in particolare quello automobilistico, che dimezzò totalmente le vendite nel dicembre del 2008. A patire di più questa crisi furono ovviamente le piccole e medie imprese tipiche del tessuto economico italiano, molte delle quali costrette alla chiusura e inondate di debiti.

Proprio per venire incontro a questa ulteriore emergenza, ma con notevole ritardo e solo dopo le pressioni della Comunità Europea, il parlamento italiano adottò la Legge 3/2012, ferma in parlamento dal 2009 ed entrata in vigore nel 2015: tale legge, già esistente nei Paesi anglosassoni praticamente da sempre e poi implementata anche in molti Paesi europei, dovette prima abbattere lo stigma preconcettuale del debitore identificato in un “colpevole” da condannare ed allontanare dalla società, quando – soprattutto dopo la crisi del 2009 – si trattava per la maggior parte di piccoli imprenditori che hanno provato semplicemente a restare a galla fino alla fine. E proprio questa gente, persone come tutti – non certo criminali, per intenderci – fino a poco tempo fa aveva davvero poche opzioni: pagare i propri debiti a costo di vivere nelle auto (ammesso che non gli venissero pignorate anche queste) come spesso ci mostravano i servizi dei telegiornali di allora, nascondersi dai debitori o… suicidarsi, come migliaia di persone hanno purtroppo deciso di fare trovandosi senza alcuna via d’uscita da questa drammatica situazione. Con la legge 3/2012, detta per altro “legge salva suicidi”, le persone che versano in gravi condizioni economiche e non riescono a sostenere e ripagare i propri debiti, possono accedere ad una procedura di esdebitazione che permette di cancellare i debiti, salvare la casa ed evitare il pignoramento dello stipendio o di altri beni attraverso un piano di ristrutturazione del debito con il quale ripagare i creditori attraverso piccole rate sostenibili, oppure mettendo a disposizione il patrimonio riducendo il debito fino al 90% e più  dell’ammontare totale verso banche e fisco.

Nonostante tale legge esista da 10 anni, sono ancora poche le persone che ne conoscono l’esistenza, ed ancora meno chi riesce a darne il giusto risalto. Uno studio tedesco, per intenderci, ha calcolato, per la sola Germania, che grazie all’attuazione della controparte tedesca di questa legge lo Stato guadagna sei volte l’importo investito per tirare fuori una persona dall’indebitamento. Nonostante ciò, poco o nulla è fatto dallo Stato italiano per promuovere tale legge. Ad aiutare le persone a conoscere ed attivare le procedure per la creazione di un piano di ristrutturazione del debito, spesso fortemente ostiche e culminanti in un parere negativo del tribunale, vi è però Legge3.it, la più grande organizzazione italiana specializzata nelle procedure con Legge 3/2012. Legge3.it è infatti l’unica realtà ad avere il 100% di procedure andate a buon fine nei tribunali, ottenendo il bollino “Servizio Sicuro Verificato” rilasciato da “Il Salvagente” ed applicando la garanzia “soddisfatti o rimborsati”.

All’interno del loro sito sono tanti i casi studio proposti: un esempio è quello di Luigi, imprenditore di Forlì attivo nel mondo dei trasporti fino al 2014, quando un accumulo di debiti per 1.600.000 euro non lo ha obbligato a chiudere l’attività e spostarsi nel lavoro dipendente. Applicandosi alla Legge 3/2012, Luigi è riuscito a rateizzare il proprio debito per 150 euro al mese per quattro anni, potendo ripartire pulito al termine dell’esdebitazione. Ma anche Aniello e Anna, coppia di Torre Annunziata, finiti nel vortice dei finanziamenti dopo aver entrambi perso il lavoro mentre pagavano il mutuo di una nuova casa poi finita all’asta. Aniello, adesso che ha ritrovato un lavoro stabile e grazie all’applicazione della legge 3, è riuscito a rimodulare i suoi debiti con un versamento di dieci anni al termine del quale gli verranno stralciati più di 100.000 euro rispetto al debito accumulato.Da diversi anni legge3.it prova a informare chiunque sia rimasto all’oscuro dell’esistenza della legge 3/2012, e lo fa attraverso la pubblicazione di libri – ben tre, al momento: “Liberati dai debiti e riparti pulito” (2017), “Fuori dal tunnel dei debiti” (2020) e “Legge 3 del 2012. Storie di ordinario sovraindebitamento” (2021), tutti scritti da Gianmario Bertollo e reperibili su Amazon -, un fumetto intitolato “La vera storia di Capitan Sdebito!”, un programma televisivo su Canale21 e un docufilm in prossima uscita per la piattaforma Business+: un’uscita diversa dal solito che punta a colpire ed approfondire la materia, in modo da non lasciare nessuno indietro. Business+ è infatti la nuova piattaforma digitale pensata per imprenditori e manager, ovvero coloro che mandano davvero avanti il nostro Paese: una sorta di Netflix o Amazon Prime Video dedicato al business ed al networking dell’imprenditoria italiana e che, grazie ad un target di 80.000 utenti potenziali, ha tutte le carte in regola per diventare un ottimo contenitore d’intrattenimento intelligente, adatto ad affrontare tematiche come quella della legge 3/2012. Legge3.it è infatti partner ufficiale della piattaforma, assieme a Federmanager, Home Italia e l’Università “La Sapienza” di Roma, che tutti insieme hanno deciso di puntare su un nuovo prodotto lungimirante e ben strutturato. L’approdo di Business+ sulle smart tv degli italiani è prevista per Aprile 2022 e sono già molte le realtà che hanno prenotato il loro posto sulla piattaforma.

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