Per capire quali sono stati i principi normativi, legislativi ma anche le scelte di equità e umanità che hanno guidato la stesura della legge numero 3 del 2012, ci siamo rivolti direttamente alla fonte più autorevole: il Senatore Sandro Mazzatorta, relatore della legge di iniziativa parlamentare proposta da Roberto Centaro. Insieme a lui abbiamo ripercorso alcune fasi della nascita di questa legge, ma abbiamo anche visto gli aggiornamenti che oggi richiede tale norma e gli effetti che ha prodotto in oltre dieci anni di vita.
La legge 3 del 2012 detta anche “salva suicidi”, è un importante strumento normativo per fronteggiare la complessa questione del sovraindebitamento. Lei che è stato il relatore e quindi ha vissuto in prima persona l’iter legislativo, come è nata? In che contesto storico?
La legge n. 3 del 2012 deve tutto al disegno di legge d’iniziativa del Senatore Centaro depositato nell’aprile 2008, all’inizio della XVI legislatura con il Governo Berlusconi. Il disegno di legge venne approvato dal Senato nella primavera del 2009 e ricordo che si arrivò all’approvazione del disegno di legge all’unanimità dopo molte audizioni, tutte utilissime a mettere a fuoco il problema del sovraindebitamento e delle possibili soluzioni operative. Il procedimento per la composizione delle crisi da sovraindebitamento fu studiato e messo a punto proprio in Commissione Giustizia nella primavera del 2009. Poi la Camera dei deputati nei due anni successivi ed il Governo Monti nel 2011 provarono a dare un contributo, ma alla fine venne approvato dal Senato in via definitiva il disegno di legge di iniziativa parlamentare Centaro ad aprile 2009 e la legge n. 3 del 2012 finalmente entrò in vigore il 29 febbraio 2012. Era un contesto parlamentare ben diverso da quello attuale ed eravamo ancora in una fase di politica basata sull’autorevolezza e sullo studio dei dossier da parte dei parlamentari.
Quali sono stati i principali ostacoli durante l’iter di costituzione e promulgazione?
I principali ostacoli furono soprattutto legati all’innovatività della procedura di composizione della crisi e dei relativi organismi. In Parlamento si fa sempre fatica ad innovare, ma la determinazione del Senatore Centaro e anche la mia cocciutaggine hanno fatto sì che venisse portato a conclusione un iter legislativo difficile e complesso tecnicamente. Le banche e la burocrazia non vedevano di buon occhio questa nuova tipologia di composizione delle crisi di liquidità. Ma in quell’occasione il Parlamento, soprattutto il Senato, diede un forte segno di autorevolezza.
Il 2012 rientra negli anni della grande recessione che si è verificata tra il 2007 e il 2013, che effetto ha avuto la legge 3 in questo contesto?
La norma ha aiutato molto in quel contesto drammatico. Nessuna legge può risolvere di per sé fenomeni così complessi e gravi, ma sicuramente le leggi devono contribuire a trovare soluzioni intelligenti. La nostra legge fu un supporto importante in quella fase delicata e tragica, senza alcun dubbio.
Dopo undici anni dalla sua creazione, lo scenario è sicuramente cambiato. Pensa che questa legge sia ancora attuale o bisognerebbe modificare qualcosa per adeguarla all’attuale contesto sociale?
Le leggi risentono sempre del contesto in cui sono nate e soffrono una naturale forma di usura del tempo. Sono passati più di dieci anni e il contesto è peggiorato. Sicuramente servirebbe una manutenzione straordinaria della legge Centaro ma servirebbero Senatori e Deputati in grado di darsi il tempo per approfondire le cose che vanno cambiate in quella legge alla luce delle criticità esterne. Purtroppo, oggi domina la fretta e le soluzioni tecniche in Parlamento sono considerate roba da lasciare ai burocrati, ed è un grande errore della politica attuale.
Perché la legge 3 è rimasta sottotraccia nonostante la sua capacità risolutiva per molte persone che si trovano in estrema difficoltà?
Perché è una legge nata da un’iniziativa di un singolo parlamentare. È una delle pochissime leggi d’iniziativa parlamentare, e quindi non è amata dai dicasteri e dalla burocrazia ministeriale, men che meno dai governi e dalle banche. E oggi contano la burocrazia ministeriale e le banche. Inoltre, tocca temi tecnicamente ed emotivamente delicati che non piacciono a chi cerca consenso elettorale immediato sui social.
Dopo l’approvazione della legge 3/2012 è nata l’associazione Legge3.it di Gianmario Bertollo, l’unica realtà che si adopera per la divulgazione e l’applicazione di questo strumento normativo raggiungendo risultati notevoli. Cosa ne pensa a riguardo?
Penso tutto il bene possibile. La legge n. 3 del 2012 vive anche grazie all’associazione di Bertollo e a tutti coloro che ne danno quotidiana attuazione. Sta alla società civile e ai professionisti continuare nell’opera di divulgazione della legge e delle sue importanti disposizioni.
Rispetto a dieci anni fa la situazione del sovraindebitamento sia peggiorata? Dato l’attuale scenario economico piuttosto incerto, in che direzione si sta procedendo?
Penso che la situazione stia peggiorando a vista d’occhio, anche per la crisi pandemica e la guerra in Ucraina con le conseguenze inflazionistiche. La direzione spetta alla politica. E qui mi fermo. Mi auguro che, prima o poi, torni un Senatore come Centaro in Parlamento.