Gianluca Cantalamessa • Il nuovo alleato delle imprese: lo Stato

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Nell’ambito della ripresa dalle crisi economiche con cui l’Italia si misurata recentemente, abbiamo raggiunto il Senatore della Lega Gianluca Cantalamessa, da sempre sostenitore delle imprese in difficoltà nonché promotore del Convegno sul Sovraindebitamento presso la Sala Capitolare del Senato, per vedere in che direzione si sta muovendo il governo in questo ambito.

Lei è stato cofirmatario di un DDL a tutela di start-up e PMI innovative. Spesso queste sono attività ad alto profilo di rischio costante del fallimento: come pensa si possa difendere questa categoria di impresa?

Io sono parlamentare da sei anni, ma sono una piccola partita iva da ventotto. Quindi le difficoltà che vivono le imprese (specialmente al sud rispetto al nord) le conosco molto bene, però conosco molto bene anche la capacità di fare impresa degli italiani, per questo lo Stato dovrebbe essere un amico, un alleato di imprese e startup. Per anni in Italia si è persa la presunzione d’innocenza nei confronti di contribuenti, politici e imprenditori e noi in questa legislatura ci stiamo impegnando affinché cambi questo paradigma.

Quando pensa ad un modello di sostenibilità di un’impresa in stato di fallimento cosa le viene in mente?

Per quanto riguarda le aziende, la Legge 3 deve essere sicuramente il punto dal quale partire e soprattutto rivedere il principio per cui in Italia “fallito” equivale a “morto”. Questo non è sostenibile perché, assodata la buona fede, dovrebbe essere garantita la possibilità di rimettersi in gioco. Ho conosciuto degli imprenditori che hanno visto fallire la propria azienda perché non riuscivano ad esigere dei crediti, o per fattori esterni del tutto imprevedibili nei piani di crescita come ad esempio una crisi improvvisa o l’innalzamento del costo delle materie prime. Secondo me un modello valido dovrebbe partire dai principi della Legge 3 e da lì svilupparsi in modo coerente con i principi del mercato.

In cosa pensa che il governo possa migliorare in materia di sovraindebitamento e fallimento in un quadro economico che ci vede protagonisti di una serie di crisi consecutive (covid, crisi energetica, ora crisi dei mutui)? 

Abbiamo iniziato a dare delle piccole prime risposte, ma è chiaro che la vera politica economica di questo Paese nascerà con la prossima finanziaria. Dal punto di vista delle nude cifre basti pensare che abbiamo previsto 21 miliardi di euro per il caro energia rivolte a famiglie ed imprese rispetto ai 3,8 miliardi della precedente amministrazione, per il momento non abbiamo fatto tutto quello che avremmo voluto, ma abbiamo fatto tutto quello che abbiamo potuto. Il prossimo step è l’approvazione della legge delega sul riordino degli incentivi alle imprese, una misura per noi quanto mai fondamentale. 

Quali ritiene possano essere i fattori di rischio di sovraindebitamento per un professionista o un’azienda?

Sicuramente ad oggi ci sono i fattori esterni oggettivi come le crisi economiche, o l’aumento dei tassi d’interesse o anche alla concorrenza dei mercati esteri. A questi fattori va poi aggiunta la necessità di potenziare l’educazione finanziaria che però da sola non basta. Sono due gli scopi da perseguire: il primo è fare di tutto per non ridurre in sovraindebitamento le aziende; e il secondo trovare gli strumenti più efficaci per soccorrere chi si è ritrovato in questa situazione, far sì che torni ad essere un organo produttivo del tessuto economico. Anche in questo caso siamo fiduciosi che la legge delega di cui parlavo poco fa possa essere una soluzione adeguata a questo problema.

Prima ha fatto riferimento alla legge 3 del 2012 ed è stato, inoltre, promotore del convegno sul sovraindebitamento presso la Sala Capitolare del Senato in collaborazione con Gianmario Bertollo e Legge3.it. Cosa pensa di questa realtà?

È stato un momento molto importante perché penso che ancora oggi questo sia un tema e Bertollo è bravissimo a rappresentare e dare voce a tanti piccoli imprenditori che vivono con un insostenibile senso di colpa, mentre loro dovrebbero essere gli ultimi a sentirsi colpevoli. In questo momento intraprendere il percorso offerto da Legge3.it è uno dei modi migliori di ottenere una seconda chance; una sorta di salvagente per i professionisti in difficoltà a cui, però, dovranno necessariamente seguirne altri sulla scia di questo modello perché parliamo di una risposta appropriata ai numerosi cigni neri che si sono abbattuti negli ultimi anni sui lavoratori italiani.

Per concludere: cosa si sentirebbe di dire o di consigliare a chi si trova in una condizione di sovraindebitamento?

Di non mollare mai. Perché non è forte chi non cade, ma chi cade e si rialza, la politica però deve fare la sua parte. Lo Stato deve fare la sua parte, nello specifico (come accennavo prima), dobbiamo impegnarci in una battaglia culturale per far tornare la presunzione d’innocenza nei confronti degli imprenditori. Da un lato chi si trova in difficoltà deve trovare la forza di andare avanti, ma dall’altro le Istituzioni devono considerarsi a disposizione delle imprese, perché sono loro a generare ricchezza e devono farlo avendo a disposizione tutti i mezzi possibili.

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