Fabrizio Pulcinelli - Presidente FASDAC • FASDAC, un fondo per i dirigenti

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Il FASDAC, Fondo Assistenza Sanitaria Dirigenti Aziende Commerciali, è nato nel 1949 da un accordo tra Confcommercio e Manageritalia (allora FeNDAC), cui successivamente ha aderito Confetra, per dare risposta alle necessità sanitarie dei dirigenti del settore terziario. I principi ispiratori del FASDAC sono la mutualità e la solidarietà intergenerazionale tra tutti i soggetti che ne fanno parte. Il Fondo è interamente autogestito. Abbiamo fatto qualche domanda al Presidente Fabrizio Pulcinelli.

Che cos’è per lei la Reputazione?

“Reputazione è quello che la gente pensa di me, delle mia azienda e del mio lavoro. A mio parere questo ambito riguarda sia i valori che il mio modo di essere e di lavorare, di essere uomo e dirigente. Risponde a valori universali di rispetto e impegno e a quanto io riesca a comunicarli e, soprattutto applicarli: un conto è dichiarare uno stile dirigenziale e di vita, un altro è perseguirlo.
La reputazione di un’azienda è quello che traspare ed è legata ai valori dell’organizzazione: talvolta, può essere minata dalle difficoltà della comunicazione.

Come FASDAC, ci occupiamo di sanità e cerchiamo di avere sempre un atteggiamento di ascolto e compartecipazione nei confronti dei nostri associati. A noi si rivolgono persone con problemi di salute ed è quindi fondamentale ricordare sempre questo aspetto. Al di là dei regolamenti, l’umanità deve sempre prevalere, attraverso l’atteggiamento empatico con cui dobbiamo sempre approcciare i nostri assistititi.

Ma analoghe attenzioni sono rivolte ai nostri dipendenti: nel periodo del primo lockdown, abbiamo cercato di evitare la cassa integrazione, con la scelta dello smart working e, quando questa si è resa necessaria, abbiamo integrato la parte mancante di retribuzione: volevamo, infatti, che i nostri dipendenti lavorassero serenamente. In tal modo, crediamo che possa nascere così una catena di valori condivisi: siamo attenti ai bisogni dei nostri dipendenti come loro lo sono verso quelli degli associati. Siamo un ente mutualistico e solidaristico e dobbiamo rispettare la nostra mission a 360 gradi, quindi anche nello stile dirigenziale. Grazie a questa attenzione il Fasdac gode oggi di una reputazione piuttosto elevata fra tutti gli stakeholders che ci riconoscono un servizio di alto livello qualitativo.”

L’epidemia da Covid 19 ha messo in luce alcune carenze nell’ambito della sanità pubblica. A suo parere, cosa può fare la sanità integrativa per supportare la pubblica, in casi come questo?

“Le criticità principali messe in luce dalla pandemia di Covid sono presenti negli ambiti dove la sanità integrativa, intesa come mutualità e strutture convenzionate, opera meno. Riguardano quindi maggiormente la medicina territoriale, i posti letto e la carenza di personale. In ogni caso, in un periodo così complesso, cerchiamo di essere vicini ai nostri associati e alle aziende evitando di forzare la riscossione delle quote associative.

Il FASDAC è il fondo dei dirigenti del terziario e molti di loro sono senza lavoro o con riduzioni di stipendio e le stesse aziende presentavano difficoltà anche importanti. Abbiamo, quindi, favorito comunque l’accesso alle prestazioni sanitarie e cercato di venire incontro ai nostri associati per le scadenze, difficili da rispettare in periodo di lockdown. Abbiamo anche immesso liquidità a vantaggio delle strutture sanitarie pagando in anticipo sui tempi contrattuali: di ciò, abbiamo ricevuto apprezzamento. Molti nostri dirigenti lavorano all’estero e hanno viaggiato anche in periodo di lockdown; per questo abbiamo inserito i tamponi effettuati all’estero nel nostro nomenclatore, mentre in Italia non è stato necessario per la presenza del SSN.”

Nel medio e breve periodo il Sistema Sanitario Nazionale avrà necessità di un cambiamento importante. Qual è, a suo parere, la strada da seguire? È auspicabile una giusta commistione tra sanità privata e pubblica? Quali sono le strategia del FASDAC?

“Secondo noi un sistema equilibrato si basa su una collaborazione tra pubblico e privato: spesso si parla di Sanità privata non sottolineando abbastanza l’esistenza di un privato convenzionato. Sono anche direttore di una casa di cura convenzionata a Reggio Emilia, dove lavoriamo in maniera integrata rispetto al Servizio sanitario nazionale: ne siamo parte integrante e questo ci viene riconosciuto. Come FASDAC stiamo cercando di convenzionare anche ospedali pubblici per le attività in intramoenia, e in qualche caso ci siamo riusciti. Questo è un modo per introdurre liquidità e risorse anche nel settore pubblico. Una novità riguarda, infine, un nostro primo investimento in un fondo dedicato alla realizzazione di residenze per anziani.”

A proposito del vaccino contro il Covid 19. A suo parere, perché la ricerca si sta orientando di più verso il vaccino che sulla cura? L’esempio dell’HIV sembra indicare una strada differente.

“Non ho grande esperienza in tal senso. Tengo a dire che sono favorevole al vaccino, tanto che io stesso mi vaccino, seguendo le linee guida. Nel caso di queste due patologie menzionate, credo sia la profonda diversità tra i due virus che ha spinto verso il vaccino in un caso, e verso la cura nell’altro.”

Recenti studi dimostrano che le aziende traggono grande giovamento dal Welfare dei propri dipendenti. Secondo lei, è da qui che si potrebbe partire per unire sanità pubblica e integrativa?

“Il FASDAC è nato negli anni ’40 e si è evoluto nel tempo, creando un sistema integrativo di tutela a 360 gradi; per questo, noi non possiamo che essere molto favorevoli all’integrazione pubblico-privato. Bisogna abbandonare alcune rigidità del passato, facendo coesistere i sistemi mutualistici ed assistenziali pubblici, che sono fondamentali, con quelli integrativi privati. Il nostro obiettivo è proprio quello di contribuire ad offrire ai Dirigenti un sistema di prestazioni, che consenta di rivolgersi con semplicità al sistema privato continuando ad utilizzare anche quello pubblico. È evidente il vantaggio anche per le Aziende nel poter disporre di un dirigente che risolva velocemente i propri problemi di salute o, attraverso i nostri piani di prevenzione, li anticipi. Ma non solo: trattandosi di un fondo solidaristico intergenerazionale, Fasdac assiste anche i dirigenti pensionati, quelli che, perso il posto di lavoro, decidono su base volontaria di mantenere l’adesione al fondo e, secondo determinate regole, anche i loro familiari.”

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