Luca Del Vecchio - Direttore Generale IWS • La sanità come tutela condivisa

del vecchio

Luca Del Vecchio è il direttore generale di IWS – Industria Welfare Salute, un progetto condiviso tra Confindustria, Federmanager e Fasi – Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa, che ha l’obiettivo di offrire un nuovo modello di welfare integrativo nell’ambito della sanità. In un momento storico in cui l’assistenza sanitaria ha un ruolo fondamentale nel quotidiano di ogni cittadino, abbiamo voluto rivolgergli qualche domanda.

Per cominciare vorrei che ci spiegasse lei stesso di che cosa si occupa IWS.

IWS è un hub che offre servizi nel mondo del welfare integrativo, prevalentemente di natura contrattuale, con particolare riferimento alla sanità. La società nasce circa un anno e mezzo fa sulla base di un’idea maturata dal Fasi, che si occupa dell’assistenza sanitaria ai dirigenti italiani da oltre 40 anni. Partendo dal know-how del Fondo e in totale sinergia con Confindustria e Federmanager, stiamo introducendo in questo settore innovazione, tecnologia e trasparenza.

Siete un’azienda “giovane” in un settore particolarmente “caldo”. In che modo costruite la vostra Reputazione?

Stiamo lavorando sodo affinché il tratto distintivo di IWS sia quello della solidità e della credibilità. Il tema della Reputazione per noi è fondamentale, perché intratteniamo rapporti professionali, col mondo degli erogatori sanitari e dell’odontoiatria. Gestiamo rimborsi lavorando ogni anno circa 1 milione e 200 mila pratiche, ben consapevoli che dietro ogni documento c’è il bisogno di un assistito e una struttura medica che fa affidamento sulla nostra velocità e affidabilità. Le faccio un paio di esempi, per farle capire meglio.

Prego.

Durante il primo lockdown la rete degli erogatori sanitari ha vissuto un’importante crisi economica. La gente ha avuto paura di andare nelle case di cura o negli ambulatori per sottoporsi alle prestazioni mediche di cui avrebbe usufruito normalmente, e i fatturati delle strutture sono precipitati. IWS si è fatta carico di velocizzare il più possibile i rimborsi che aveva in lavorazione, cercando di offrire un sollievo economico. Inoltre abbiamo supportato il Fasi nella revisione del nomenclatore delle prestazioni sanitarie, ovvero la codifica di ogni prestazione, con l’obiettivo di agevolare da una parte gli assistiti in termini di chiarezza, e dall’altra le strutture nelle transizioni commerciali. Oggi tutte le prestazioni della sanità italiana fanno riferimento al nostro nomenclatore, e abbiamo deciso che le innovazioni che apporteremo saranno condivise con la rete dei nostri erogatori, un aspetto molto importante per semplificare il lavoro di tutti.

Che cosa ci può dire a proposito di innovazione e telemedicina?

In Italia si parla da anni di servizi di medicina a distanza, ma poiché non esiste un sistema di rimborso pubblico, siamo ancora agli inizi. L’emergenza sanitaria dovuta al Covid ha cambiato la prospettiva: oggi i cittadini sono meno disponibili a recarsi fisicamente nelle strutture, e cominciano a preferire i video consulti. Noi stiamo mettendo a punto un pacchetto di servizi a distanza, che spero sarà pronto nei prossimi mesi.

La pandemia di Covid quali altre ripercussioni ha avuto nel vostro settore?

Ha portato una sorta di rivoluzione culturale. Oggi è diventato chiaro a tutti che la salute pubblica non è un aspetto “settoriale”, ma l’elemento alla base di ogni tipo di attività economica o sociale. Senza salute non si può produrre, né avere contatti sociali. Il funzionamento del sistema sanitario per anni è stato considerato un qualcosa a sé stante, oggi abbiamo capito che invece è fondamentale e intrinsecamente connesso a diversi aspetti della società. In Italia abbiamo un sistema sanitario pubblico che ci tutela, con tutte le criticità che conosciamo, ma di cui dovremmo avere maggior rispetto e consapevolezza. Anche perché in altri Paesi l’accesso ai servizi sanitari è molto più complesso.

E per lei, in quanto direttore di IWS, è cambiato qualcosa?

Ho approfondito la consapevolezza che il lavoro che svolgiamo in azienda ha un grande impatto su moltissime persone. Gestiamo una rete di 3mila strutture sanitarie e migliaia di assistiti, riuscire a rendere loro più facile l’accesso ai servizi per noi è una gratifica che va ben al di là dell’utile di bilancio.

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