Raffaella Papa • La parola d’ordine è responsabilità 

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Raffaella Papa è una consulente aziendale, tra i massimi esperti e divulgatori del tema della responsabilità sociale d’impresa e fondatrice del CSRMed Forum, il tavolo permanente di lavoro e networking al quale aderiscono oltre 100 organizzazioni. Negli ultimi anni, si è fatta sentire anche grazie anche all’iniziativa “Spazio alla Responsabilità”, un progetto che va dal Salone della Responsabilità Sociale del Mediterraneo fino alla redazione della Carta di Napoli, con linee guida e specifici progetti a cui possono prendere parte tante realtà imprenditoriali. Etica e legalità, diversità e inclusione, sicurezza sul lavoro, economia circolare sono le principali aree di lavoro per la misurazione e la valorizzazione delle performance aziendali, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Il tema della responsabilità sociale nelle aziende è ancora poco chiaro in Italia. Ci sarebbe bisogno di un’informazione più approfondita e di un maggiore impegno da parte delle imprese.

Si parla spesso di condivisione delle buone pratiche, ma dobbiamo aiutare le imprese a comprendere l’importanza di una vera governance responsabile per gestire al meglio tutti i rischi, grazie anche al dialogo continuo con i diversi attori con cui si relazionano, i cosiddetti stakeholders, dai dipendenti e fornitori, fino ai clienti, finanziatori e organizzazioni del territorio. Conoscerne esigenze e aspettative consente all’impresa di comprendere meglio come migliorare risultati, impatti e ricadute delle sue attività sulle persone e l’ambiente, a vantaggio di performance e reputazione. 

Quali sono i principali progetti della sua associazione? E con quale obiettivo sono stati concepiti tali progetti? 

Il progetto “Spazio alla Responsabilità” nasce nel 2010, quando il tema della responsabilità sociale era ancora per pochi addetti ai lavori; da lì abbiamo lavorato per creare una rete di operatori e occasioni continue di dialogo e confronto con l’obiettivo di promuovere una diversa cultura d’impresa. Così sono nate varie iniziative: prima il Salone del Mediterraneo della Responsabilità Sociale Condivisa con la sua prima edizione nel 2013, poi la nascita dell’associazione e del Forum permanente della Responsabilità Sociale del Mediterraneo. Uno dei nostri punti di forza è dare risalto ai casi di successo per incentivare l’emulazione rafforzandone il vantaggio reputazionale: solo nell’ultimo biennio abbiamo premiato più di 40 imprese con il riconoscimento di CSRMed Ambassador. 

A che punto siamo in Italia con le buone norme di responsabilità sociale all’interno delle imprese?

Esiste un tessuto imprenditoriale che si muove con l’obiettivo di creare valore non solo per l’impresa ma anche per il territorio in cui opera, attraverso tante buone pratiche che però non sono inserite in un quadro strategico e né adeguatamente comunicate e misurate in termini di impatti e ricadute. Dall’altra parte, ci sono tante imprese che inseguono i nuovi requisiti richiesti dal mercato, producendo adempimenti formali che spesso restano sulla carta e non determinano reali processi di cambiamento nella gestione aziendale ma solo dispersione di valore. In entrambi i casi è necessario agire per far crescere la cultura d’impresa, introducendo competenze e modelli più strutturati per una gestione responsabile e sostenibile delle proprie attività, affinché diventi patrimonio dell’intera organizzazione e non di un singolo manager o unità operativa. L’Agenda 2030, con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, può essere il riferimento principe per orientare impegni e risorse e migliorare le performance aziendali. 

Che cos’è “la carta di Napoli”? 

La carta di Napoli nasce nel 2016 durante la quinta edizione del Salone che si è tenuta presso la camera di commercio di Napoli. Sostanzialmente è un programma di azioni che guarda ad alcuni obiettivi dell’Agenda 2030, che la nostra associazione sostiene insieme alla diffusione di dieci principi del Global Compact in tema di diritti umani, condizioni di lavoro, tutela del pianeta e anticorruzione. La principale mission è quella di creare nuove partnership per lavorare insieme su obiettivi condivisi focalizzandoci in particolare su pari opportunità, diversità e inclusione, sicurezza sul lavoro, economia circolare e rating di legalità. 

Quanto è importante per la crescita nell’ambito della responsabilità sociale la cooperazione e l’impegno tra le aziende, e quanto pesa la collaborazione a livello europeo e internazionale? 

La collaborazione c’è, soprattutto tra istituzioni ed enti regolatori. Negli ultimi anni, ad esempio, abbiamo assistito ad una forte crescita degli strumenti di valutazione delle buone pratiche aziendali, soprattutto a livello europeo dove si sta lavorando per convergere verso più avanzati standard di rendicontazione basati sui criteri ESG. La grande sfida per le imprese è quella di non trovarsi impreparate di fronte ai nuovi obblighi normativi in tema di rendicontazione di sostenibilità che stanno entrando in vigore e, allo stesso tempo, di allinearsi ai requisiti che la grande committenza richiede per poter rimanere nel proprio albo di fornitori. Questo vale per le quotate, ma vale anche per le PMI che devono necessariamente adeguarsi e rispettare tali criteri se non vogliono rischiare di restare fuori dal mercato.

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