Antonio Giordano • L’ABC dell’azienda sana

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Adriano Teso è presidente e cofondatore del Gruppo IVM, leader mondiale nella produzione di vernici per legno, elastomeri per pelli sintetiche e resine, con fabbriche in Europa e America del Nord e un impatto ambientale tra i più bassi al mondo. Con un passato da Sottosegretario di Stato per il Lavoro e la Previdenza Sociale e deputato, ha scritto saggi e promosso iniziative benefiche, politiche, culturali, impegnandosi per la diffusione di una cultura economico-finanziaria liberale e indipendente. In un’intervista su L’Opinione ha criticato il metodo di lavoro di “associazioni di categoria che a volte si comportano da corporazioni […] Tra sindacati e Confindustria ci sono 60 contratti diversi, ciascuno di 300 pagine. […] Noi abbiamo scelto un sistema più agile: la nostra azienda ha un contratto di tre pagine, e i nostri dipendenti hanno paghe ben superiori a quelle dei contratti nazionali.” Un imprenditore assennato sa che, in un ambiente aziendale sano, si ottengono risultati e stipendi migliori, e il capitale umano diventa una fonte di ricchezza per tutti. Quanto importante è il livello qualitativo del management, dei tecnici e dei lavoratori nel capitalismo delle idee? Oggi il Capitale umano è la chiave del successo di ogni impresa. Cosa ne pensa Adriano Teso?

Come individuate un nuovo collaboratore nel team manageriale in IVM? Che qualità cercate?
La prima discriminante è che ogni persona conosca se stessa e quali sono i suoi obiettivi. Molti non hanno questa consapevolez- za. Poi richiediamo competenze tecniche, la consapevolezza che lo studio e la conseguente crescita professionale e culturale non terminano con la laurea o il diploma, ma devono continuare ogni giorno. Infine, è necessario che un dirigente abbia la capacità di guidare un team, calcolando che dirigere un gruppo di manager è più difficile che fare da soli, come si faceva un team nelle Pmi.

Con Fabio Cesaro, ha scritto L’Abc per vivere bene (Mondadori, 2022). È vero che la qualità della vita nel mondo del management si sta abbassando, e non solo per le difficoltà economiche? Come costruire un team efficiente, etico e positivo?
L’Abc per vivere bene nasce dai due libri precedenti L’Abc dell’economia e della Finanza e L’Abc della Politica e del Voto. Se in ogni famiglia si conoscono le basi dell’economia e della finanza, si è più liberi. Se si è più liberi, allora si è più felici. Così come sapendo che, collaborando con altri, si possono fare scelte migliori e produttive. Non credo che la qualità della vita nel management sia crollata. Certo, una volta per un’industria era sufficiente essere bravi in Italia. C’era una dimensione familiare in ogni struttura aziendale, dalla Fiat alla più piccola impresa. Oggi, con la logistica che opera a livello mondiale, servono competenze internazionali, e questo rende la vita aziendale più complessa e difficile. Perciò, ogni dipendente, a qualsiasi livello, deve avere un valore culturale e di competenze elevato. Il capitale umano non significa un guadagno sulla pelle di ogni dipendente, come in un mercato degli schiavi, ma al contrario significa che ogni persona deve migliorarsi (la scuola è solo uno dei fattori) e che il merito è la causa prima del successo personale e aziendale.

Quali consigli per un giovane che sta per entrare nel mondo del lavoro?
Deve prima scegliere cosa vuol fare. Ognuno di noi vuole stare bene, ma come? Per esempio, sapendo che fino a 35 anni è lecito cambiare opinione sul proprio futuro. L’ambiente professionale e umano con cui si è avuto a che fare possono farci cambiare direzione. Il mondo evolve con una velocità prima impensabile, per questo motivo un giovane deve essere duttile e adattivo nella ricezione di nuove soluzioni e nella ricerca di nuovo lavoro, se non si trova a proprio agio.

Quanto conta il capitale umano in termini quantitativi e qualitativi?
È la sola cosa di valore che bisogna avere. Nel post capitalismo delle idee avere accumulato denaro prima di avviare un’attività conta meno di prima. Andiamo verso un’era post bancaria: ci sono tantissimi investitori disposti a rischiare su start-up con un buon progetto, dotate di un business plan fatto bene e di un gruppo di lavoro attorno al quale possa crescere un’azienda. Ogni struttura industriale dovrebbe avere la cultura comunitaria della civitas romana e medievale, non quella di uno slum o di una zona depressa, depredata e condannata alle elemosine.

Cosa va cambiato nella scuola, calcolando che un laureato guadagna anche il 50% in più rispetto a un diplomato?

Non sono così catastrofista rispetto alla scuola italiana. Noi siamo in contatto con 100 nazioni, e trovo che in Germania siano certamente più inquadrati rispetto a noi. In Cina, lo Stato chiede molto dagli studenti, ma noi abbiamo comunque delle qualità specifiche non disprezzabili. Il guadagno personale più che dagli studi svolti dipende soprattutto dalle proprie qualità, a partire dall’educazione ricevuta in famiglia e al liceo. Io assumo e pago una persona non tanto in base al titolo di studio ma in base alle sue qualità. Ciò vale anche per i nostri prodotti: il cliente deve scegliere i nostri prodotti, di là non si scappa. Per questo dico che tanto più è alto il capitale umano di un’azienda, e tanto più saranno alti i ricavi per la sua comunità o civitas.

Parliamo di capitale umano in Politica. Servirebbero delle facoltà di Public policy, come nei Paesi anglosassoni, dove dagli anni ’50 si insegna come realizzare leggi fatte bene?
Forse sì, ma ritengo che la Politica non sia un lavoro, quanto un impegno personale. Un buon ministro è dotato di collaboratori capaci. Se non lo fa lavorerà male comunque. Ritengo che un buon politico debba essere una persona dotata di passione civile, che prima abbia avuto successo col suo lavoro, e con età inferiore ai 75 anni. Nei paesi normali ci sono 9000 leggi. In Italia almeno 200.000, forse perché siamo una nazione ancora corporativa, con
l’obbligo di aiutare amici e gruppi di amici. Io in Parlamento non sono più voluto andare per questi motivi.

È ottimista?
No, sono preoccupato. I problemi sono molti e si sono sommati. Cerchiamo di accontentare i clienti con un’energia tra le più costose al mondo, e concorrenti che hanno un costo del lavoro inferiore 5 volte e solo 10 giorni di ferie annue…

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