L’innovazione tecnologica italiana targata Italrobot sbarca a Dubai

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Durante il biennio delle manifestazioni rinviate a causa del Covid-19, fra olimpiadi, campionati europei e quant’altro, una di quelle a cui vale la pena prestare la massima attenzione è sicuramente l’attesissimo Expo 2020 di Dubai. Nonostante il titolo rientri negli anacronismi di questa strana stagione di eventi, senza dubbio, però, il contenuto è quanto di più attuale si possa immaginare. “Collegare le menti. Creare il futuro” un tema che, analizzato in coda di pandemia, assume un tono più urgente e centrato sulle priorità della comunità globale, una prospettiva a cui in Italia siamo meno abituati che altrove. Fra i progetti presentati nei vari padiglioni, sicuramente suscitano forte interesse quelli sviluppati nelle regioni del Mezzogiorno, la zona d’Italia che più beneficerà dei fondi del PNRR. Essendo una serie di progetti che prevede un importante salto in avanti nell’ambito tecnologico, vale la pena tenere traccia di quelli più promettenti per l’effettivo contributo alla crescita delle regioni in oggetto.

Una delle proposte più accattivanti e dal potenziale impatto radicalmente innovativo viene proprio dalla Campania, una proposta che consentirà uno slancio impressionante in termini di progresso. Il settore d’interesse è quello dell’agricoltura, ma sarebbe riduttivo limitare così il campo. Parliamo dell’idea di Italrobot di costruire un macchinario che permetta la raccolta di frutta (in questa fase sperimentale esclusivamente di fragole) in maniera automatizzata, attraverso una gestione interamente affidata all’intelligenza artificiale. I vantaggi risiedono nel fatto che il robot, attualmente in ultimazione, non avrebbe un semplice ruolo di raccoglitore, ma sarebbe in grado di riconoscere lo stato di maturazione del frutto, garantendo non solo l’efficienza produttiva dell’azienda agricola, ma riducendo fortemente gli sprechi che oggi purtroppo affliggono questo comparto di produzione. Si genererà, inoltre, della manodopera più qualificata, in grado di togliere potere al lavoro criminale che ruota attorno al mondo del caporalato.

Questo è uno degli esempi di come il motore Italia possa e debba ripartire da simili realtà. Interventi pionieristici che non tradiscano gli asset di maggior valore dei territori, attraverso un efficientamento che veda nella diversità locale una risorsa da cui partire per aggredire ambiti più ampi e generali. Rincuora pensare che proprio da luoghi scioccamente legati nell’immaginario collettivo all’arretratezza arrivino colpi di reni così soddisfacenti. Una ventata di positività che certamente
contribuirà a demolire pregiudizi e luoghi comuni stantii, e che rimetterà le competenze al centro del dibattito sull’evoluzione tecnologica del Bel Paese.

Noi del team di Zwan amiamo confrontarci con delle realtà stimolanti, che ci diano modo di allargare gli orizzonti e che rendono il nostro lavoro così sfaccettato. È da esperienze come questa che capiamo quanto avere a che fare con la reputazione sia un’occupazione che penetra in più aspetti della vita di quanti non possiamo ancora renderci conto. Il caso di Italrobot ne è un ottimo esempio. Quanto è facile, nel pensare ai mestieri legati all’agricoltura, cadere in uno stereotipo e credere che tutto sia fermo a cinquanta o sessant’anni fa? La sfida di fronte a cui si è trovata questa impresa (forse inconsapevolmente) è stata quella di far migrare nella lettura comune di un mestiere antico come quello legato all’agronomia una serie di importanti conquiste tecnologiche. L’intuito di usare questi ultimi ritrovati della robotica per ottimizzare il lavoro e migliorarne la dignità sopra al profitto, ha quindi prodotto non solo un ritorno positivo d’immagine per l’azienda in sé, ma ha contribuito a migliorare l’impianto reputazionale di tutto un settore che è la spina dorsale del PIL italiano, e che agli occhi di molti era ancorato ad universo bucolico e lontano dalla verità. Il successo di Italrobot si riflette, insomma, su tutte le professionalità che hanno a che fare con la coltura e raccolta e noi non potremmo essere più orgogliosi nell’aver preso parte a un piccolo grande cambiamento in positivo per un patrimonio nostrano così prezioso.

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