Reputazione e Capitale per la dinamica generazionale

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Nell’immediato dopoguerra, il nostro Paese è riuscito contemporaneamente a far perno sia sulle necessità immediate, sia sulle aspettative delle giovani generazioni.

L’emergenza avrebbe giustificato la destinazione di tutte le risorse alla sussistenza immediata, ma la voglia di riscattare un futuro migliore per i propri figli ha spinto il popolo italiano e chi lo governava a destinare le risorse più cospicue alla intelaiatura infrastrutturale, quale indispensabile condizione per le accelerazioni produttive.

I primi grandi tronchi autostradali, tra Roma e Milano, sono stati edificati in pochissimi anni. La laboriosità prima, e il progresso economico e civile dopo, hanno spinto la Reputazione italiana ai vertici mondiali, fino a far assegnare alla Lira l’Oscar della migliore valuta.

Il venir meno di credibili statisti e l’incalzare contemporaneo di faccendieri politici hanno via via dissipato la credibilità e la Reputazione del Paese Italia, la cui fragilità, tra il 1974 e il 1992, veniva espressa dalla debolezza della Lira. Un problema trasmesso successivamente alla dimensione del differenziale di onere per il sostegno del debito pubblico, comunemente noto come “spread”.

La trappola dei consensi, a cominciare dall’ultimo ventennio della Prima Repubblica e proseguendo con la seconda, ha imbrigliato la collettività nazionale in un continuo scambio sgretolando via via i vantaggi competitivi che facevano leva sulle solide infrastrutture del Paese, non più ammodernate. Anzi, i cacciatori di consensi hanno pensato bene di infarcire la burocrazia di lacci e lacciuoli.

Paradossalmente, la Storia oggi sembra voglia soccorrere l’Italia nell’attuale pandemia cogliendola con un Premier non politico e, quindi, senza debiti di consensi.

Pochissimo sarà il tempo rimasto per capitalizzare tale favorevole congiuntura reputazionale e per destinare risorse al disboscamento burocratico delle amministrazioni, in modo da poter attivare la vera alta velocità per l’esecuzione di ogni progetto, pubblico o privato, che serva sia alla funzionalità ordinaria dell’economia, sia alla infrastrutturazione necessaria a facilitare lo stimolo, la crescita e l’applicazione del capitale umano, al servizio del recupero della produttività nonché della competitività, interna e internazionale, dell’intero sistema.

Assoluta priorità va assegnata al potenziamento e adeguamento dei presidi sanitari e dell’intera filiera dell’Istruzione per preservare e facilitare l’impiego e lo sfogo virtuoso dell’eccellente capitale umano italiano.

Non si pensi e non si spinga il Governo a salvaguardare soltanto le legittime necessità del presente in funzione dei consensi immediati. Si abbia il coraggio di non continuare a compromettere il futuro coinvolgendo soggetti che oggi non esprimono consensi, ma che domani dovranno onorare i debiti.

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