Con Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica, associazione che rappresenta industrie e imprese della nautica da diporto italiane, abbiamo parlato di come riparte questo settore eccellenza del nostro Paese dopo il lockdown.
Data la grande storia dell’Italia nel settore, il suo è sicuramente un lavoro complesso e delicato. Cos’è per Saverio Cecchi la Reputazione?
Essere affidabili, presenti e rappresentativi sono le caratteristiche imprescindibili per una solida Reputazione. Confindustria Nautica ha una lunga storia che parte dal 1967. La nostra nautica da diporto contribuisce in maniera importante al successo del brand Made in Italy nel mondo. Io sono consapevole di queste responsabilità e le affronto a testa alta grazie anche a una grande squadra, che lavora con passione e professionalità tutto l’anno per rappresentare, difendere e promuovere tutta la filiera della nautica da diporto italiana nel mondo.
La nautica italiana è indubbiamente riconosciuta come un’eccellenza ed è ammirata da appassionati e acquirenti in tutto il mondo. Cosa vuol dire coordinare monitoraggio e tutela di una così brillante Reputazione?
Sono i numeri a certificare il successo e la Reputazione del nostro settore: siamo leader mondiali nella vendita di superyacht, con tre aziende Italiane da anni al vertice delle classifiche internazionali. Lo stesso accade nel comparto delle unità pneumatiche e in quello degli accessori e della componentistica. Confindustria Nautica organizza il Salone Nautico a Genova, vetrina e specchio di un settore eccellenza del nostro Paese, che quest’anno raggiunge il traguardo della 60esima edizione. L’Associazione, inoltre, ha ruoli di responsabilità in ICOMIA, l’International Council of Marine Industry Associations, il cui Past President e membro del board è Andrea Razeto, nostro Vicepresidente, e in EBI (European Boating Industry), nel cui board siede Piero Formenti, che è stato Presidente per due mandati dell’associazione europea ed è anche lui nostro Vicepresidente.
Come ripartite dopo le chiusure degli scorsi mesi?
Il settore nautico è stato colpito molto duramente dal lockdown, anche a causa della sua estrema stagionalità. Presentando un dossier dettagliato sul settore e sulle possibili misure da adottare per garantire la sicurezza dei lavoratori, abbiamo ottenuto la classificazione di basso rischio e a bassa aggregazione sociale della produzione nautica dall’INAIL. Questo status, insieme all’attività di relazioni istituzionali con il Governo, ci ha consentito di far ripartire le attività di produzione prevalentemente orientate all’export il 27 aprile (una settimana prima dell’industria) e tutte le altre produzioni e le reti di vendita della nautica rispettivamente il 4 e il 5 maggio. Il 18 maggio abbiamo ottenuto la riapertura della navigazione da diporto privata e delle attività del charter nel rispetto della sicurezza e dell’osservanza delle linee guida del MIT. Il 3 giugno le frontiere con l’Europa, i paesi area Schengen e la Svizzera sono state riaperte, senza prescrizioni né quarantene, una soluzione per la quale Confindustria Nautica si è spesa con azioni in ambito UE, chiedendo anche un sostegno per campagne di promozione del turismo nautico intracomunitario/domestico. I rapporti consolidati nel tempo con le autorità locali, infine, si sono dimostrati un fattore chiave durante l’emergenza Covid-19. L’Associazione ha infatti presentato istanze per la ripresa delle attività di cantieristica nautica anche ai Governatori delle regioni.