Shaking the tree. L’orizzonte giovane dell’innovazione italiana

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Si fa presto a dire sostenibilità. Buzz word abusata ormai da tutte e tutti, ma soprattuto segmentata e parcellizzata in modo dozzinale. Proviamo a scuotere l’albero delle frasi fatte, shaking the tree.

Possiamo farcela.

A livello filosofico, la sostenibilità dovrebbe stare alla base di tutte le sue declinazioni verticali – come una sorta di trasmissione fluida di conoscenze e saperi tra le diverse generazioni, specialmente a quelle in procinto di giocare la partita nel mondo del lavoro sempre più magmatico e incandescente.

Per questo motivo, non sarà inutile offrire una fotografia eterogenea, con vari esempi, del panorama innovativo giovanile del paese; raccontando qualche storia d’imprese giovani, che operano nel solco della sostenibilità che include, innova e rinnova.

Prendiamo per esempio, come petali di un fiore, il Food, la Mobilità, la Comunicazione e il Fashion.

FOOD

Il primo petalo ci mostra il nome di Miscusi

Nata nel 2017 dall’idea di Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, Miscusi vuole rendere felici gli italiani, cominciando dai milanesi, prendendoli per la gola. Subito la “startup della pasta” si espande in tutta Italia: 11 ristoranti in 6 città, servendo nel solo 2019 un milione di clienti. Durante il primo lockdown Miscusi lancia lo shop online; nel solco dell’innovazione che accompagna, come il cacio sui maccheroni, la tradizione.

A luglio 2020 Alberto ha poi aperto la “bottega di quartiere”, una nuova anima annessa al ristorante, dove si possono trovare tutti gli ingredienti per replicare a casa l’esperienza unica di Miscusi. Ma Miscusi possiede anche un’anima sociale: nel 2021 è infatti prevista la certificazione B-Corp, celebrazione di un percorso di impegno comunitario (e salvaguardia ambientale), come commenta Alberto: “cambiare la nostra dieta è la scelta individuale più potente che possiamo fare per vivere in equilibrio su questo pianeta. Equilibrio così precario da minacciare estinzione di massa. Miscusi esiste per rendere le persone felici, diffondendo uno stile di vita mediterraneo. Stile di vita, o dieta appunto, sinonimi in Greco, pur sempre mediterranei, da sempre sostenibili, nel suo aspetto nutrizionale, ma anche e sopratutto in quello ambientale. La nostra missione, poggia su valori semplici di famiglia, umiltà, qualità e divertimento. Miscusi è una creatura in continua evoluzione che rappresenta la nostra terra, la sua storia e vuole definire il nostro futuro.”

Una storia che unisce (se mai ve ne fosse il bisogno, in Italia), il forte legame che unisce il cibo allo spirito di comunità che anima il nostro tessuto sociale. Perché se il dialogo è l’arma precipua contro ogni pregiudizio e discriminazione, il dialogo a tavola, mentre si condivide un pranzo, è ancora più potente. “Siamo quello che mangiamo” diceva il filosofo Feuerbach. E se mangiamo bene, ci saranno più possibilità di fare del bene.

MOBILITÀ

Sul secondo petalo leggiamo Sagelio

Un sogno elettrico nato da due cugini baresi. Due cugini “diversi”. Nel vero senso della parola… Luca, informatico under 30; razionale, nerd, visionario e cervello in fuga che ragiona sempre a lungo termine. Giancarlo, impegnato nel sociale ed emotivo, si racconta così: “Subito dopo la Laurea mi sono tuffato senza pensarci nel mondo del non profit con AIASEC: prima a Bari come coordinatore locale, poi a Milano nel team nazionale – infine, un anno meraviglioso a Rotterdam. Ho imparato una grande lezione: se condividi i valori delle persone con cui lavori, il mondo lo puoi cambiare davvero”.

E il mondo i due cugini diversi provano cambiarlo insieme. Insieme, tornati dalle rispettive esperienze extra-nazionali nella natia Puglia, Giancarlo e Luca si dedicano anima e corpo alla rivoluzione elettrica, con un’innovativa ibridazione tra mobilità e turismo. Luca, facendo ricerche di mercato sempre più accurate per sviluppare un servizio realmente innovativo e disruptive; Giancarlo, al contrario (ma al contempo), studia la ragione sociale, il vestito migliore da cucire addosso alla loro creazione…

Fondando così Sagelio – leggi: “Oil e gas” al contrario – Startup innovativa e società benefit che acquista stazioni di ricarica per automobili elettriche e le fornisce a strutture turistiche e punti d’interesse pubblico (ricevendo in cambio un canone mensile), cosicché quest’ultimo possano offrire ai propri clienti un servizio di noleggio di veicoli non inquinanti – clienti che vengono “veicolati” in quei luoghi da Sagelio stessa, con tutte le operazioni di promozione dedicate.

Due parenti, uguali e diversi, che hanno condiviso le loro differenze e caratteristiche per rendere la nostra casa comune, il pianeta Terra, un luogo più pulito e sostenibile; da visitare, rigorosamente, in elettrico.

COMUNICAZIONE

Terzo petalo: il messaggio, qui, recita Torcha

Torcha nasce 2 anni fa dal desiderio dell’influencer Marco Carta segna, che ho avuto il piace di conoscere e intervistare per la recente Milano Digital Week 2021Equa e Sostenibile (appunto), che ho curato e organizzato, insieme a un fantastico team.

Torcha è una redazione giornalistica online, attivissima su Instagram, che tratta di attualità e politica. Memorabile, per esempio, la loro spiegazione del neonato governo Draghi, capace di sfruttare la narrazione Pokémon per raccontare storie e caratteristiche di nuove ministre e nuovi ministri. Ne consiglio la visione.

Torcha, Startup innovativa, ha tra l’altro da poco compiuto un anno di vita – cogliendo l’occasione genetliaca per inaugurare una propria newsletter (strumento che ritengo potente e raffinato nella divulgazione cross-mediale; defunto e poi risorto come una fenice digitale) dal nome programmatico ed evocativo, Prisma, che vede già 6554 iscritti (al 20 febbraio). La mission è quella di avvicinare GenY e GenZ all’informazione (attualità, politica, economia, costume, et cetera) attraverso lo strumento che utilizzano di più, ossia il cellulare, con contenuti pensati e creati per essere consumati su quel mezzo a loro così familiare, e attraverso il social che più li vede connessi, ossia Instagram – il suo profilo conta già 215mila followers. Per ottenere ciò, Torcha si avvale di una redazione interna (6 ragazzi e 6 ragazze, con età media di 26 anni) a cui si affianca un network di esperti, per dare sempre un’informazione il più esaustiva possibile.

I vari temi sono trattati in modo semplice e intuitivo, ma non semplicistico. Alcuni post sono testuali, altri video. Non manca la satira, perché si può informare anche facendo sorridere. L’offerta è quindi variegata, ma sempre modulata verso l’attenzione del pubblico di riferimento con temi di estrema attualità come l’uguaglianza di genere o la sostenibilità ambientale.

FASHION

Ultimo petalo, la moda: leggiamo un nome complesso – Mafric

Last but not least, abbiamo il Fashion – in Italia questo settore non può mancare. E in questo caso voglio farvi scoprire una piccolissima realtà attiva nel nord Italia, ma che sta bruciando le tappe e in qualche modo ha rivoluzionato l’ecosistema della cosiddetta moda etica.

Si tratta di una storia a ritroso. “Zambia, 2019 – Servizio Civile in Africa: ironicamente, scopro qui la moda, me ne innamoro e la riporto “a casa”. Così mi dice Giovanni Marchesi, fondatore di Mafric.

Ma che cos’è Mafric?
È un cocktail originale che unisce il profit del Made in Italy con il non profit; collaborando con sartorie sociali, che impiegano forza lavoro in condizioni di fragilità, per realizzare prodotti di qualità da vendere a boutique eque e solidali. Una vera “impresa” titanica. Anzi no: una startup. Mentre scrivo, Giovanni è infatti nel mezzo di un safari di 10 giorni nel nord Italia, per incontrare uno per uno tutti i suoi clienti: Milano, Torino, Aosta…

La lista di Mafric si sta allungando sempre di più. Prossima tappa: Sud Italia.

I petali, questa volta, sono finiti; ma il prato dell’innovazione italica è rigoglioso e florido – consiglio pertanto una ricerca delle Startup citate e una scoperta di altre realtà simili. Vedrete che la tana del Bianconiglio non è mai stata così profonda. Alla prossima e buon viaggio!

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