Carlo La Rotonda • Una rete per lo sviluppo sostenibile

Direttore2

RetImpresa è l’associazione di Confindustria fondata nel 2009 per promuove le aggregazioni e le reti d’impresa, e in collaborazione con Joule, la scuola di Eni per la formazione dell’imprenditorialità sostenibile, ha appena presentato il nuovo progetto Digital Network Aggregator – DNA Registry-Joule. Una nuova piattaforma gratuita che ha l’obiettivo di mettere in contatto le startup che propongono progetti innovativi nel campo della sostenibilità e dell’economia circolare con imprese più mature o con altre startup, in modo da creare reti per l’innovazione sostenibile. Reputation Review ne ha parlato col direttore di RetImpresa, Carlo La Rotonda.

Per cominciare può raccontarci di che cosa si occupa nello specifico la sua agenzia?

RetImpresa aiuta gli imprenditori di tutte le principali filiere, soprattutto i più piccoli, a collaborare tra loro in maniera organizzata, per poter crescere sia come dimensione che come competenze e capacità competitiva. Faccio un esempio: col nostro aiuto una piccola azienda agroalimentare può mettersi in rete con altre aziende dello stesso settore per sviluppare l’obiettivo di creare un’offerta integrata e internazionalizzarsi, o acquisire nuovi mercati, oppure entrare in mercati in cui uno dei partner è già forte. Abbiamo recentemente prodotto un’indagine che ci dice che le oltre 39 mila aziende italiane che attualmente fanno rete hanno come obiettivo per il 44% la commercializzazione e il marketing, per il 40% l’internazionalizzazione, per il 38% lo sviluppo e l’innovazione e per il 19% la sostenibilità ambientale e l’economia circolare.

In che modo la piattaforma DNA potrà quindi aiutare le imprese nella rete?

Il progetto è dedicato alle startup che hanno bisogno di entrare sul mercato, non solo dal punto di vista finanziario, che ovviamente ha la sua importanza, ma focalizzandosi sugli aspetti di collaborazione con le altre imprese. Per fare ciò abbiamo messo insieme due iniziative parallele ma assolutamente complementari. RetImpresa ha creato una piattaforma gratuita che si chiama Registry (registry.retimpresa.it), che aiuta a creare connessioni tra imprese sulla base della condivisione di progetti, utilizzando la tecnologia blockchain che offre garanzie di affidabilità e sicurezza. Praticamente una piattaforma di open innovation aperta al contributo delle idee di qualsiasi impresa, a prescindere dalla sua dimensione, tipologia o area geografica. Alla piattaforma abbiamo unito il contributo della scuola di Eni, Joule, che porta avanti il percorso di formazione e accelerazione di imprese aiutando le startup a collaborare con aziende che hanno maggior esperienza o sono più organizzate.

Il vostro focus è la sostenibilità.

Questo perché Joule è per natura orientata a sviluppare startup sostenibili, non solo nel settore energetico, che è il core business di Eni, ma in qualsiasi filiera produttiva, purché vengano proposti progetti sostenibili sul piano economico, ambientale e sociale. La differenza principale con le altre piattaforme che già svolgono un servizio simile è che DNA Registry-Joule mette al centro non un prodotto o un servizio, ma un’idea di collaborazione a cui tutti i soggetti possono partecipare con una propria idea o per lavorare a quelle altrui. In questo modo le startup possono offrire alle imprese più tradizionali quel salto tecnologico in ambito sostenibile che spesso è il loro punto debole, e da un altro lato acquisire finanza, organizzazione e know-how per competere sul mercato.

In che modo una startup può partecipare?

Iscrivendosi in piattaforma con una procedura gratuita molto semplice e rapida, che da lì in poi certificherà la sua identità in blockchain. In questo modo avrà la possibilità di vedere se ci sono già idee di collaborazione che possono interessarla ed eventualmente candidarsi o farsi avanti per lanciarne una. Il progetto è stato appena presentato e al momento abbiamo una trentina di imprese iscritte e un paio di idee lanciate, la particolarità della piattaforma è che solo le imprese che propongono un’idea sono visibili, perché il nostro focus è dare una vetrina alle proposte, non alle aziende. E stiamo partendo con i primi progetti pilota.

Per esempio?

Abbiamo un’impresa che lancerà un hub della moda e avrebbe bisogno di coinvolgere delle startup che possano offrire soluzioni tecnologicamente innovative e sostenibili nel campo dei materiali, del miglioramento della qualità del prodotto, dell’efficientamento della produzione, e soprattutto del riutilizzo dei semilavorati di scarto, che altrimenti dovrebbero essere smaltiti con un impatto forte sull’ambiente.

A che cosa puntate per il pieno regime?

Vorremmo che DNA Registry-Joule diventasse la piattaforma di open innovation di Confindustria, ma anche uno strumento a servizio dell’intero sistema imprenditoriale nazionale per sviluppare partenariati e progetti collaborativi con obiettivi di sostenibilità e innovazione. Ci piacerebbe che possa svilupparsi oltre i confini nazionali, cosa a cui stiamo già lavorando soprattutto nei Paesi dell’Est Europa. E ci auguriamo che possa essere utile anche per i partenariati del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per rispondere alla crisi pandemica.

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