Robert Allegrini • Orgoglio italoamericano: umanità italiana

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Non dev’essere semplice prendere le redini dI NIAF dopo una pandemia e tutti i problemi economici e sociali che quest’ultima ha causato negli States. Molti programmi della National Italian American Foundation sono stati cancellati e il ritorno alla normalità appare molto più lento di quanto sperato per l’istituzione più rappresentativa degli italoamericani. Ne abbiamo parlato con il neo-presidente NIAF, Robert Allegrini.

Robert, partirei parlando delle tue origini italiane, con radici nel Nord Italia, giusto?

Sì, rappresento il 15% di italoamericani non originari del Mezzogiorno. Presto poca importanza alla divisione Nord/Sud, sono 150 anni che l’Italia è una sola. Molti problemi italiani derivano proprio da questo campanilismo storico. I miei nonni, comunque, vivevano tra Piemonte e Toscana. Mia madre è nata a Lucca, mentre sua madre in Nevada – tornò in Italia per curare il tifo. Alcuni parenti però rimasero in Nevada, come mio cugino Bill Raggio, il senatore con più anni di servizio della storia del Nevada.

Sei in NIAF da tanto tempo: cosa muove questo tuo impegno nella fondazione?

La missione della fondazione combacia con il mio modo di vedere il mondo: questo sarebbe un posto migliore se vivessimo più da italiani. Mangeremmo meglio, saremmo più artistici, visto che l’italiano è la vera lingua della musica. Avremmo anche più stile e saremmo più passionali: si pensi a Romeo, Casanova e Valentino. Soprattutto saremmo molto più umani. L’umanità che caratterizza gli italiani è il fulcro della loro identità. Dall’antica Roma costruita sull’inclusione al Rinascimento italiano con i suoi grandi risultati culturali, fino ai giorni bui della Seconda Guerra Mondiale, quando gli italiani salvarono gli ebrei dai nazisti, si può notare un continuum di umanità tipica del popolo italiano. Sono certo che l’Italia un giorno tornerà al suo storico ruolo di guida culturale, spirituale ed economica nel Mediterraneo.

Per i pochi che non sanno cosa sia NIAF, puoi dirci brevemente di cosa si occupa?

La National Italian American Foundation è nata nel 1975 per dare voce ai 20 milioni di italoamericani sul territorio. L’obiettivo è preservare l’eredità e la cultura italoamericane, promuovendo un’immagine positiva della comunità e favorendo le relazioni tra USA e Italia. Svolgiamo diverse attività: viaggi per portare giovani italoamericani a scoprire la loro terra d’origine, donazione di borse di studio per i nostri ragazzi, finanziamento di opere cinematografiche che facciano luce su vari aspetti dell’esperienza italoamericana. Inoltre lavoriamo a stretto contatto col governo federale per assicurarci che la nostra comunità sia propriamente rappresentata.

Qual è il tuo obiettivo da Presidente?

Mi piacerebbe rafforzare la nostra eredità. Storicamente non credo sia stato svolto un ottimo lavoro nell’insegnare ai nostri bambini cosa significa avere radici italiane, oltre la cucina e la chiesa. Nulla da togliere a questi due aspetti, ma l’identità italiana va ben oltre. Dobbiamo insegnare loro l’importanza della musica e dell’arte italiana, le sue scienze e la sua architettura. Ma anche la storia del nostro Paese d’origine, il suo ordinamento politico e la sua lingua. Se non riusciamo in questo, i nostri ragazzi saranno plagiati da quella cultura pop che dipinge gli italoamericani solo come mafiosi o comici, danneggiando l’immagine dell’intera comunità. Il mio obiettivo principale sarà quindi supportare con NIAF più progetti che aiutino a mostrare i diversi aspetti della cultura e della storia italiana e italoamericana. Vorrei venisse compresa l’importanza di questa eredità come pilastro fondamentale della cultura occidentale.

Come rafforzare la vostra presenza in Italia? Noi italiani crediamo che l’America abbia bisogno di più Italia e viceversa. Sarebbe importante avere una rappresentanza italoamericana qui.

Sono completamente d’accordo sul bisogno reciproco. Possiamo insegnarci davvero tanto a vicenda. L’America può insegnare all’Italia l’importanza della civiltà, dell’ecologia, della filantropia e del patriottismo. L’Italia, dal suo canto, può insegnare all’America l’importanza della famiglia, della bellezza, della passione e della cultura. Sono già stato in Italia come Presidente NIAF. dove esiste un’organizzazione affiliata, NIAF Italia, che promuove il nostro lavoro da voi.

L’ultima domanda è sugli attacchi a Cristoforo Colombo e sulla cancel culture. Cosa pensi a riguardo?

Gli attacchi sono animati non da anti-italianismo, ma da odio per la cultura e la civiltà rappresentate da Colombo. Fosse stato irlandese o polacco, penso sarebbe stato odiato comunque da quella parte di popolazione tristemente succube di una narrativa storica falsata che incolpa l’Occidente per i mali del mondo. In un periodo di crescente sensibilità verso le differenze etniche e razziali, gli italoamericani non ricevono la giusta considerazione e come NIAF lavoriamo duro affinché ciò cambi.

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